Giornata delle Api: vita dura per gli insetti impollinatori, cemento e clima li minacciano- Corriere.it

2022-06-02 08:58:46 By : xiwei zhao

«Le api sono un tipo di mosche, create da Dio perché con la loro diligenza e il loro instancabile lavoro provvedano alle esigenze dell'uomo di prodotti insostituibili come il miele e la cera», scriveva alla fine del ‘700 Anton Janša, sloveno, artista e fine osservatore della natura che alla gloria della pittura preferì quella molto più sommersa (ma decisiva per il nostro futuro) dell’apicoltore. A lui dobbiamo un precursore dei moderni studi sugli impollinatori: il «Manuale completo di apicoltura». Ecco perché, le Nazioni Unite, nel 2017, su suggerimento del popolo sloveno, non avrebbero potuto scegliere data migliore, il 20 maggio (data di nascita di Anton Janša), per istituire la “Giornata mondiale delle api”, volta a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza degli insetti impollinatori, sulle minacce che affrontano e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile.

La Giornata mondiale delle api, in programma il 20 maggio, richiama l’attenzione sull’importanza degli impollinatori e sul loro contributo all’ecosistema. La sua data ricorda uno scienziato del ‘700 e il suo fondamentale studio precursore su questi e insetti. Oggi, ricerche, celebrazioni e nuove start up provano a recuperarne il ruolo fondamentale in natura e a proteggerle. Negli Usa la popolazione delle api si è ridotta di quasi il 90% dal 2002 ad oggi; in Italia su oltre 1.100 specie di api selvatiche 151 sono in declino. I numeri di una strage e cosa possiamo fare per fermarla

E basterebbero solo pochi numeri per afferrarne l’importanza: l’84 per cento delle specie vegetali europee dipende infatti dagli Apoidei, famiglia alla quale appartiene l’ape da miele . Inoltre, le api sono responsabili dell’impollinazione del 70% di quello che finisce sulle nostre tavole (secondo gli ultimi dai Fao). Non solo: il 76% della produzione alimentare europea dipende dall'impollinazione degli Apoidei, con un valore economico stimato di 14,2 miliardi di euro all’anno.

Sette esperti al tavolo di Ispra

A che servono dunque le api? Per chi nutrisse ancora dei dubbi, l’appuntamento è per giovedì 20 maggio, in diretta dalle 10 alle 11,20, sul canale Youtube di Ispra (Istituto nazionale per la protezione dell’ambiente), dove sette ricercatori illustreranno la complessa organizzazione sociale delle api, i molteplici benefici che procurano all’essere umano attraverso i loro prodotti e le numerose minacce a cui sono sottoposte per mano dell’uomo e della natura. Si parlerà di come salvare le api per salvare noi stessi . E per comprendere meglio l’importanza delle api nella vita del Pianeta, interverranno alcuni tra i più grandi esperti nazionali del settore: da Guido Cortese, presidente dell’associazione no-profit degli Impollinatori Metropolitani a Beti Piotto, agronoma e molto attiva nell’associazione italiana di Apiterapia, da Cinzia Scaffidi, giornalista, docente universitaria, già anni vicepresidente di Slow Food Italia e autrice di numerosi libri tra cui “Il mondo delle api e del miele ” ad Alberto Contessi, biologo ed entomologo, autore numerose pubblicazioni in ambito fitosanitario e scientifico, tra le quali, “Le Api - Biologia, allevamento, prodotti ” e “Malattie delle api e salute degli alveari ”.

La ricerca dell’università Milano-Bicocca

Il clima e sempre soltanto il clima. Ma molto spesso ci dimentichiamo quanto influisca anche l’urbanizzazione del paesaggio sulla vita agra degli insetti impollinatori. Per questo, la ricerca dell’università Milano-Bicocca (appena pubblicata sul “Journal of Applied Ecology”, in particolar modo del dipartimento di Biotecnologie e bioscienze, svolta da maggio a luglio del 2019 e presentata recentemente, offre uno sguardo importante sull’effetto dell’urbanizzazione del paesaggio e del clima su due gruppi di impollinatori: api selvatiche e sirfidi . Analizzando le risorse floreali a loro disposizione (il nettare utilizzato per l’alimentazione) e anche sul polline trasportato sui loro corpi che serve per impollinare le piante. «L’abbondanza di impollinatori ha raggiunto il picco quando il paesaggio era occupato dal 22 per cento di superfici cementate, con la rilevazione di oltre 100 individui in 24 ore, e sono poi diminuite con la crescente urbanizzazione» , spiega Paolo Biella, ricercatore di Ecologia dell’ateneo milanese. Nella ricerca è emerso anche che la scarsa presenza di insetti impollinatori non era dovuta solo all’assenza di risorse floreali, ma al clima: «Gli impollinatori sono diminuiti nelle aree più urbane , che hanno, infatti, minime variazioni di temperatura tra la primavera e l'estate, e dove la stessa temperatura si mantiene alta più a lungo rispetto alle aree semi-urbane o agricole», aggiunge Biella.

Tra bonifiche e mosse giuste per gli impollinatori

E da un particolare che si vede come e quanto si regga l’ecosistema del nostro Pianeta. Pensiamo ai girasoli, la cui qualità è mutata in questi ultimi tempi: diventati meno nettariferi ma più autoibridanti: in pratica, non hanno bisogno dell’ape per riprodursi, facendo ridurre fino a 5 volte la produzione di ogni arnia e costringendo gli apicoltori addirittura ad integrare il fabbisogno di zucchero degli abitanti l’alveare. E’ l’Sos lanciato poco più di un mese fa dall’Anbi, l’associazione nazionale dei consorzi di bonifica, e in particolare modo dalla sede regionale delle Marche, la quale si è fatta promotrice di una iniziativa pro apicoltori, consentendo la collocazione di apiari in luoghi ambientalmente privilegiati , e fornendo un importante contributo alla qualità di vita degli insetti. La prima area individuata è quella formata da alcuni piccoli bacini artificiali, gestiti dall’ente consortile nei pressi di Casenuove (in comune di Osimo e Bagnolo), dove acqua e verde sono condizioni fondamentali per la vita degli apiari. In questi punti, sono state posizionate quasi un centinaio di arnie.

Dalla Baviera al cuore del Chianti

Di certo, l’agricoltore bavarese Franz Lehner , gran coltivatore di patate, tre anni fa ha anticipato e sbalordito tutti, concedendo un ettaro dei suoi terreni per i fiori selvatici . Amante delle api e dell’impollinazione? Macché! Il contadino tedesco, la cui storia è stata raccontata su Corriere.it da Sandro Orlando voleva solo provocare e solleticare l’amore dei bavaresi nei confronti delle api. E’ stato un successo: hanno risposto in molti. Probabilmente anche Lehner avrà cambiato idea sull’argomento. E chissà che questa storia non abbia suggerito ai proprietari del Castello di Meleto, circondato da mille ettari di vigneti, nel cuore del Chianti , l’idea del “Parco delle api”, dove sono ospitate 70 famiglie di api per tre milioni di insetti . Un impegno per l’ambiente che si è rivelato un modello concreto, economico e compatibile con l’equilibrio naturale e che ha portato risultati soddisfacenti, grazie anche alla scelta di progettare il parco in funzione degli insetti stessi e delle loro necessità. Sono state quindi scelte varietà di piante frugali e autoctone che, in un anno particolarmente siccitoso come il 2021, hanno reagito bene e offerto nutrimento alle api . Amore per il Pianeta e un occhio al portafoglio: il progetto Parco delle api si è rivelato anche remunerativo: con la vendita del miele, infatti, Castello di Meleto ammortizza i costi di progettazione, di mantenimento del parco, delle arnie e della manodopera dell’operaio dedicato alla loro cura. Infine, un occhio ai numeri: su 46 famiglie di api ne sono morte soltanto tre. La media nazionale, invece? Si aggira intorno al 40 per cento .

Una Spa con singolare colonna sonora

Vacanze nel nome delle api. Su e giù per l’Italia. Iniziamo dall’Alto Adige e dall’altopiano del Renon, dove è presente l’Apipura Hotel Rinner, a Costalovara, piccola oasi di benessere in cui Paul Rinner, proprietario e apicoltore di terza generazione, pratica l’apicoltura sostenibile e offre ai visitatori un’experience esclusiva: l’api-wellness, l’inalazione dell’aria dell’alveare ricca di oli eterici, flavonoidi e aromi e dal delicato profumo di cera d'api, un toccasana per chi ha problemi di respirazione, soprattutto per i soggetti allergici. Inoltre, andare alla scoperta dei segreti dell’apiario — ascoltandone la singolare “colonna sonora” —, alla degustazione del miele e passeggiare sul sentiero delle api, completano questa simpatica proposta di vacanza del signor Rinner.

Ci spostiamo di poche decine di chilometri per assaggiare e farci curare dal miele dei coniugi Christen, in Austria, alla “Tiroler Bienenenalm”, la terapia per alleviare molti sintomi di malattie respiratorie e nervose , vivendo praticamente da api. Perché? Ci si sdraia in mezzo al giardino, nei pressi di uno dei numerosi alveari e, attraverso un tubicino che permette all’aria dell’alveare di giungere all’inalatore si inspira letteralmente quello che respirano le api, ovvero i vapori aromatici dell'alveare. Infine, scendiamo giù in Puglia, nel Salento, dove, al Vivosa Apulia Resort, ogni settimana è in programma un incontro tematico sulle api. A misura di bambino e di sostenibilità del Pianeta. Restiamo in Puglia per il progetto “From Bee to You | #AdottaUnArnia” di Mieli Papagna, azienda che dal 1957 – e da tre generazioni - si dedica con amore e dedizione alla tutela delle api, attraverso la produzione di miele artigianale e di progetti volti alla salvaguardia del territorio in cui opera.

L’Oasi dei giovani a portata di click

Subito i dati. Che fanno paura. In Italia, negli ultimi dieci anni, sono scomparsi dieci milioni di alveari e in alcune zone la raccolta di nettare è diminuita dell’80 per cento. Per fortuna, ci stanno pensando una start up e una community giovanile a fare qualcosa per le povere api. “Cose non Cose” (Cnc), una delle più grandi community virtuali d’informazione giovanile, seguita da più di un milione di followers solo su Instagram, e 3Bee, startup nata nel 2017 (lo stesso anno della prima edizione della Giornata mondiale delle api) con l’obiettivo di proteggere le api con la tecnologia, si sono messe insieme per il lancio del progetto “l’Oasi dei giovani”. Basterà un click per adottare o regalare un alveare a distanza . Per la serie, non serve essere per forza un apicoltore per provare a salvare la vita degli insetti impollinatori (ma anche la nostra).

Venti piccoli apicoltori: dal Belpaese ai Pirenei

C’è poi un progetto, “The Honeyland”, nato per difendere sia le api mellifere autoctone, sia gli impollinatori selvatici, tornando all’agricoltura biologica. Secondo una recente ricerca condotta in Germania, negli ultimi 30 anni sono scomparsi circa il 70 per cento degli insetti volanti. In America la popolazione delle api si è ridotta di quasi il 90% dal 2002 ad oggi. In Italia ci sono oltre 1.100 specie di api selvatiche, di cui 151 sono in declino . E non parliamo soltanto delle specie più rare, ma anche di quelle più comuni, da cui dipende il servizio ecosistemico dell’impollinazione. Per questo, The Honeyland sostiene circa 20 piccoli apicoltori, tra i migliori in tutta Italia, Corsica e dei Pirenei che adottano l’apicoltura biologica certificata che garantisce alle api un maggiore benessere. Per salvarle dalle minacce delle attività antropiche (inquinamento industriale, urbano e pesticidi) i nostri apicoltori fanno grandi sacrifici per portare le loro api in Parchi Naturali e di Montagna, in zone spesso inaccesibili all'uomo.

Ronzii e scene di vita quotidiana

Miscele di fiori e dieta equilibrata per le api. A Torino, all’interno del laboratorio sulla salute e il comportamento delle api dell’Università, è nata la collaborazione con un gruppo di ricercatori internazionali per capire e studiare le esigenze nutrizionali degli impollinatori. E’ stato distribuito un questionario a tutti quelli del mestiere (dagli apicoltori ai conservazionisti, agli agricoltori ai produttori di semi, oltre, naturalmente, ai ricercatori) per segnalare tutto ciò che può essere utile per conoscere la vita quotidiana delle api selvatiche , delle quali, nel mondo, esistono ben 20mila specie diverse . Del tutto logico, quindi, aspettarsi delle interessanti novità sull’argomento.

Stati Uniti, la lenta agonia delle grandi api

Volando negli Usa, e prendendo in mano una recente ricerca (pubblicata a fine aprile sulla rivista “Proceedings of the Royal Society B”) di alcuni scienziati e studiosi, i quali hanno osservato più di 20 mila api in 8 anni, in una zona delle Montagne Rocciose , leggiamo che i cambiamenti causati dal clima nelle comunità di impollinatori «potrebbero avere effetti a cascata sull'impollinazione e sul funzionamento dell'ecosistema» . Ad esempio, hanno affermato che la perdita di api più grandi, che tendono a volare più lontano per il cibo, può significare una riduzione dell’impollinazione a lunga distanza . Lo studio si è concentrato specificamente sulle aree montuose, ma i ricercatori hanno affermato che altre ricerche negli Stati Uniti hanno mostrato un calo delle api più grandi in risposta ai cambiamenti ambientali. Gli insetti sono i principali impollinatori del mondo: il 75% delle 115 migliori colture alimentari globali dipende dall'impollinazione animale, inclusi cacao, caffè, mandorle e ciliegie, secondo le Nazioni Unite.

Vestitevi di giallo e mettete piante sul balcone

Beeing (quelli di “B-box”, la prima arnia per l’apicoltura urbana che, solo con il crowdfunding ha conquistato più di 450 utenti in più di 40 Paesi nel mondo) e Legambiente, insieme nel progetto “Save the queen” finalizzato a sensibilizzare le cittadine e i cittadini nei confronti della drammatica situazione in cui versano gli impollinatori. Insieme hanno lanciato una call to action per chiedere alle cittadine e ai cittadini di fare alcuni semplici gesti simbolici per ricordare a tutte e tutti che serve agire subito: un’ape alla porta, un capo giallo e piante amiche delle api al balcone , nell’ambito della Giornata mondiale delle api. Non solo. Il giorno dopo, il 21 maggio, alle 10, sarà donata un’arnia al giardino di Ousmane, un’area verde di circa 4 ettari situata ad Anagni, nel Frusinate, con 200 alberi, tra cui ulivi e piante da frutta, numerose varietà di fiori, bagolari e aceri, peri da fiore, cespugli di fotinia e corbezzolo. Il luogo di aggregazione, integrazione e socializzazione, è stato realizzato grazie al grande lavoro dell’associazione “Sconfinatamente”. Il parco è stato intitolato a Ousmane Sidibe, il 24enne deceduto a seguito di un tragico incidente sul lavoro avvenuto proprio ad Anagni nel febbraio 2020. La donazione verrà effettuata sabato 21 maggio dalle ore 10.00. «Siamo fieri delle battaglie di sensibilizzazione che svolgiamo con Legambiente: il 20 maggio è per noi una data fondamentale per portare attenzione sul tema della scomparsa degli insetti impollinatori, di cui le api sono 'portabandiera», spiega Roberto Pasi, Ceo e fondatore di Beeing, la startup di Cesena impegnata nella tutela di api e apicoltura biologica.

Coldiretti in piazza per la Bee economy

Ma la Giornata mondiale delle Api sarà anche l’occasione per vedere gli apicoltori di ogni zona dell’Italia in un’unica location A Roma, dalle 9,00 del 20 maggio, al Mercato di Campagna Amica in Via Tiburtina 695. Un’occasione per veder e toccare con mano le meraviglia della “Bee economy” , un comparto del Made in Italy divenuto sempre più importante per la ricerca di alimenti sani e naturali con la pandemia Covid. L’iniziativa è delle donne e dei giovani Coldiretti pronti a illustrare le operazioni negli alveari, la smielatura e il fantastico mondo dei cyber alveari. Inoltre, nel salone dei cento mieli d’Italia e con i primi sommelier del miele, il miele-alimento non avrà più segreti per svelare i segreti di un alimento importante per l’alimentazione, a partire da quella dei bambini. E ci saranno anche i tanti esempi di prodotti innovativi realizzati grazie al lavoro delle api, con applicazioni nell’ambito di diversi settori, dallo sport alla moda . Per l’occasione sarà diffuso il report di Coldiretti su “I segreti della bee economy” con dati e analisi sull’impatto dei cambiamenti climatici, della pandemia e della guerra sui consumi delle famiglie italiane.

Saranno pure solitarie, ma contano anche loro

Un miliardo e 200 milioni api tutelate dal 2021 e 140 nidi con 131 mila bozzoli di api solitarie già installati nelle “Oasi urbane” realizzate da Coop e nei campi delle filiere ortofrutta Coop nel 2022. Grandi e più che incoraggianti numeri alla base della ripartenza di “Ogni ape conta”, progetto per la tutela delle api solitarie e la rivalutazione della biodiversità . Coinvolti nella sua realizzazione l’Università di Bologna, Conapi, Lifegate la filiera Coop, e da quest’anno anche i soci e consumatori a cui Coop chiede di contribuire alla tutela delle api solitarie. «Lavoriamo su questa campagna da tempo, grazie all’impegno nostro, dei nostri fornitori e degli altri partner che ci hanno seguito: e ora chiediamo ai nostri soci e consumatori di adottare anche loro le api osmie. Questo potrebbe sembrare un piccolo gesto ma in realtà è grandissimo. Da questi insetti non dipende solo il miele ma l’intera catena alimentare», osserva Maura Latini, amministratrice delegata Coop Italia.

E gli anziani raccontano i segreti dell’apicoltura

Quattro strutture residenziali lombarde per anziani e 480 mila api da tutelare. Nel gioco delle parti: tra anziani e giovanissimi, questi ultimi coinvolti molto presto in attività educative e stimolanti sul mondo delle api. E’ il progetto “Bee Korian”, nato in collaborazione con Apicolturaurbana.it e incentrato sull’installazione di otto arnie in quattro Strutture Korian in Lombardia . L’obiettivo del Gruppo è dare ulteriore concretezza agli obiettivi di responsabilità sociale (riduzione dell’impronta ecologica delle attività) ampliando il progetto nelle dieci regioni in cui è presente. «Questo è uno dei progetti di cui siamo più orgogliosi in Korian. E ringrazio Apicolturaurbana.it per accompagnarci in questo percorso di grande spessore, non solo perché ci permette di dare ulteriore concretezza ai nostri obiettivi Esg, ma soprattutto perché ci darà l’opportunità di stimolare un confronto tra generazioni anagraficamente distanti tra loro, i nostri ospiti e i piccoli alunni che abiteranno il nostro Pianeta negli anni a venire », commenta Federico Guidoni, Ceo Korian Italia.

Benvenuti nella Casa dei fiori

Dolce come il miele e buono come un biscotto. Lo slogan viene giù facile pensando a “La casa dei fiori Colussi”, il nuovo progetto per l’ambiente grazie al quale saranno realizzati in tre città italiane - Milano, Roma e Bologna – altrettanti giardini per favorire delle esplosioni di biodiversità e il recupero di aree verdi. Con il coinvolgimento di 300 alunni e alunne di 7 scuole primarie e secondarie di primo grado, accompagnati dai loro insegnanti, saranno create delle oasi con alberi, arbusti e piantine come ginestre, lavanda, corbezzolo e fillirea selezionate per attrarre e proteggere le diverse specie di insetti impollinatori come api, farfalle, bombi. Inoltre ai bambini e alle bambine verranno donate 300 piantine e 300 sacchettini di semi di piante e fiori di campo specificatamente indicati per attrarre gli impollinatori e creare delle vere e proprie “Oasi di biodiversità” da coltivare sui balconi e nei giardini. E ancora, a ogni scuola che partecipa all’iniziativa, verranno consegnati dei kit di giardinaggio per mettere in pratica quanto appreso durante la manifestazione.

La sana alleanza tra Eataly e Bee The Future

Aziende, imprese e iniziative a go-go. E tra le mille idee nate intorno alla Giornata mondiale delle api non poteva mancare “Eataly”, che ha deciso di lanciare una call to action a istituzioni e privati attraverso “Bee The Future. Dal 20 al 22 maggio Eataly Torino, Milano, Roma, Genova e Piacenza regaleranno, a chi acquista una bustina di semi Bee the Future a scelta, una paletta da giardinaggio personalizzata con grafica Bee the Future, per incentivare le persone a seminare sui balconi e terrazzi di casa i fiori amici delle api. L’iniziativa ha lo scopo di trasmettere il messaggio che salvaguardia delle api e tutela della biodiversità sono azioni che possono partire anche dal singolo individuo e che ognuno può fare la sua parte. Inoltre, dal 20 maggio in tutti gli Eataly arriverà anche una edizione limitata di Beeopak, la pellicola ecologica realizzata con cotone e cera da api biologici , con la grafica di Bee the Future. Intanto, i semi di Bee The Future sono stati seminati in ben sei città dove Eataly è presente: dagli Orti metropolitani di Torino agli Orti educativi di Pollenzo (parlando dell’università di Scienze gastronomiche), dai 15 Giardini condivisi di Milano all’area Sferorto del Luneur Park, fino ai parchi Villa Duchessa di Galliera a Voltri (Genova) e della Cavallerizza a Piacenza.

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén