Plastiche monouso, forte impatto ambientale. Anche Fdi si mobilita

2022-06-25 07:35:38 By : Mr. Zong Zhang

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Anche l’odontoiatria fa largo uso di prodotti monouso, ancor di più dopo la pandemia. Questo ha però ricadute sulla salute, tanto che Fdi ha redatto un documento di consenso sulla sostenibilità ambientale delle cure odontoiatriche

Gli articoli generici utilizzati di routine nelle procedure odontoiatriche comprendono un’elevata quantità di plastica monouso. Per ogni procedura vengono utilizzati in media 21 elementi di plastica che finiscono tra i rifiuti, con una massa media di 354 grammi. Lo riporta uno studio comparso sul Jourmal of Dentistry (1) e focalizzato sulla realtà britannica, importante perché, come scrivono gli stessi autori, «aiuta a stabilire una base di dati che identifichi l’uso complessivo delle plastiche monouso nell’erogazione dell’assistenza sanitaria orale, sperando che possa agire da motore per identificare possibili soluzioni correttive e invertire la tendenza». Il problema comunque è globale: sono oltre otto milioni di tonnellate i rifiuti di plastica che vengono scaricati negli oceani ogni anno, con effetti negativi di ampia portata sull’ambiente e sulla salute. I servizi sanitari contribuiscono in modo significativo a questo tipo di inquinamento, in contrasto con il principio fondamentale della medicina: primum non nocere.

L’ascesa del monouso Eppure, l’adozione di articoli in plastica, in particolare monouso, costituisce uno sviluppo relativamente recente nel settore sanitario, dove stati introdotti per la prima volta negli anni Cinquanta come alternativa conveniente ai materiali tradizionali. All’inizio, quando questi prodotti erano progettati per un uso multiplo, la plastica ha comportato essenzialmente un risparmio sui costi. La situazione è cambiata negli anni Ottanta, con l’aumento della prevalenza di tubercolosi e malaria, l’emergere di batteri resistenti agli antibiotici e nuove malattie contagiose come Aids, Ebola e Sars, che hanno portato all’introduzione della plastica monouso come strumento e simbolo dell’igiene medica.

Negli anni 2000, la variante della malattia di Creutzfeldt-Jacob ha dato un ulteriore impulso all’utilizzo di strumenti monouso e materiali confezionati monodose. Questo successo ha spinto un rapido sviluppo di tecnologie per la produzione in serie di articoli in plastica a un costo relativamente basso. L’ultimo impulso a questa inarrestabile ascesa è stato dato dal Covid, con un deciso incremento dell’utilizzo dei prodotti monouso, in particolare dei dispositivi di protezione individuale per il controllo delle infezioni crociate.

Il monouso in odontoiatria Inizialmente i rifiuti plastici non erano considerati necessariamente problematici e per smaltirli gli studi dentistici potevano utilizzare i servizi locali di raccolta dei rifiuti senza pagare società specializzate. Anche in questo settore l’uso dei prodotti in plastica è poi aumentato quando si è rivelato prezioso come misura di prevenzione delle infezioni crociate e anche i materiali per i restauri dentali hanno sperimentato un passaggio verso un maggiore uso della plastica, in linea con la maggiore prevalenza di compositi a base di resina e il graduale abbandono dell’amalgama dentale. Oggi i dispositivi, i prodotti e gli imballaggi monouso sono elementi essenziali per la fornitura di un’assistenza sanitaria sicura ed economica, raccogliendo la fiducia di medici e pazienti con l’uso di dispositivi puliti e sterili che azzerano i rischi di contagio. Si tratta di una filiera strettamente regolamentata da quadri legislativi incentrati sulla sicurezza dei pazienti, ma il risultato di questi vari fattori combinati è un aumento netto dei rifiuti biomedici a base di dispositivi monouso, anche in odontoiatria, sia da parte dei consumatori che degli operatori sanitari.

Il rovescio della medaglia Solo da una decina d’anni, i rifiuti di plastica in generale sono emersi come una preoccupazione pubblica mondiale, in particolare associata all’inquinamento marino. Il problema essenziale per la salute è dovuto alle microplastiche, che ingeriamo attraverso il cibo: sono già state rilevate non solo nel pesce e nei frutti di mare, ma anche nel sale, nello zucchero, nel miele, nella verdura e nella birra e possono provocare diverse patologie: polmonari, cardiovascolari, addominali e cutanee, dell’apparato riproduttivo, oncologiche. La ricerca sta affrontando il problema su diversi fronti, dalla creazione di bioplastiche dall’impronta ambientale nulla, a sistemi per intercettare le plastiche che dai fiumi si riversano negli oceani, fino a metodi più efficaci di smaltimento. I ricercatori inglesi si rivolgono invece direttamente a produttori, distributori e fornitori di assistenza sanitaria orale: «hanno l’opportunità di considerare e implementare approcci che includono una gestione efficace dei rifiuti con riduzione, recupero e riciclaggio, verso la trasformazione dell’assistenza sanitaria orale in un’economia circolare della plastica».

Anche l’Fdi si mobilita per l’ambiente Anche la World Dental Federation ha analizzato il problema convocando un gruppo di esperti per produrre un documento di consenso (2) sulla sostenibilità del settore odontoiatrico. Il documento prodotto riconosce le principali sfide che l’assistenza sanitaria orale deve affrontare, i complessi driver che sono alla base dei comportamenti e delle pratiche attuali e le principali opportunità di miglioramento per fornire assistenza sanitaria orale sostenibile per le persone e il pianeta. Attingendo alla letteratura scientifica, la dichiarazione identifica sei percorsi verso la sostenibilità nell’assistenza sanitaria orale: ridurre, riutilizzare, riciclare e ripensare; legislazione; policy e linee guida; gestione dei rifiuti; approvvigionamento e logistica; ricerca e formazione; materiali per uso clinico. Gli autori hanno dettagliato ciascuno di questi percorsi in un processo che delinea la strategia da percorrere e le azioni positive che dovrebbero essere attuate in tutto il settore. Il necessario punto di partenza consiste nel riconoscere l’attuale grado di consapevolezza dell’impatto ambientale di prodotti, servizi per l’igiene orale e comportamenti dei consumatori e nell’identificare le sfide che tutte le parti interessate devono affrontare per migliorare.

Giampiero Pilat Giornalista Italian Dental Journal

Bibliografia: 1. Martin N, Mulligan S, Fuzesi P, Hatton PV. Quantification of single use plastics waste generated in clinical dental practice and hospital settings. J Dent. 2022 Jan 10;118:103948. 2. Fdi. Consensus on environmentally sustainable oral healthcare: a joint stakeholder statement. www.fdiworlddental.org

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